EDITORIALE
Analizzare il mondo digitale nel segno delle intersezioni
Francesca Alessandra Lisi
La storia dell’Informatica è punteggiata di numerose figure femminili di colore, già a partire dagli anni ‘50. Particolarmente nota è la vicenda umana ed il contributo scientifico e tecnologico delle “calcolatrici nere” della NASA nelle missioni spaziali che portarono poi nel 1969 il primo uomo sulla Luna. Sono le protagoniste del film Hidden Figures (distribuito in Italia con il titolo Il diritto di contare), ovvero Katherine Johnson, Dorothy Vaughan, e Mary Jackson. La prima divenne persona di fiducia per il calcolo delle traiettorie dei razzi nelle missioni Mercury ed Apollo, la calcolatrice nelle cui mani vi furono le vite dei primi astronauti. Insignita della Presidential Medal of Freedom dal presidente Barack Obama nel 2015 e riconosciuta come role model nelle STEM (si pensi alla sua riproduzione come Barbie da parte della Mattel e come pupazzetto nella serie speciale Lego dedicata agli eroi e alle eroine nelle missioni aerospaziali), al suo nome è intitolato il Computational Research Facility della NASA. Vaughan fu pioniera della programmazione dei primi calcolatori digitali acquisiti dalla NASA per accelerare la corsa allo spazio, salvando il posto di lavoro per se stessa e per le sue colleghe calcolatrici destinate ad essere rimpiazzate dalle macchine. Jackson fu la prima donna nera a diventare ingegnere aeronautico presso la NASA, lavorando nel team diretto dalla Vaughan.