RIVISTA DI CULTURA INFORMATICA EDITA DA

NUMERO 53 – 2014

EDITORIALE

La Digital Forensics – Il metodo scientifico delle IT nelle attività investigative
G. Mastronardi (Politecnico di Bari)

Nelle attività investigative sono in crescente aumento le applicazioni di tecniche informatiche sempre più sofisticate finalizzate a supportare il compito di esperti impegnati nella ricerca della verità in vicende criminose il cui responsabile è spesso ignaro di lasciare tracce della sua presenza o della sua identità. A maggior ragione tali tecniche si applicano ai crimini informatici, ovvero a quei reati che si compiono mediante lo stesso mezzo informatico e vengono facilitati dall’uso di tutte le possibilità offerte dalla rete, ove è diventato sempre più praticabile il furto di identità e la frode di informazione.
Per poter procedere ad analisi valutative utili e ripetibili, è necessario esaminare reperti costituiti da elementi certi, che possono essere ottenuti mediante il “congelamento” della prova. Affinchè le prove di abusi o reati, a cui dare seguito con un’azione disciplinare o l’apertura di un procedimento civile o penale, siano utilizzabili è necessario che soddisfino criteri di conformità. Le prove raccolte con metodi tradizionali non sempre sono sufficienti a garantire la loro ammissibilità nei procedimenti giudiziari.
Si evidenzia, quindi, la necessità di un nuovo approccio per garantire la corretta raccolta delle prove che corrisponde a verifiche di accettabilità, autenticità, completezza e affidabilità. L’esperto di computer-forensics, per offrire la sua opera nella computer-crime (criminalità informatica), è solito preservare, individuare, indagare e analizzare il contenuto memorizzato in qualsiasi supporto o dispositivo di memoria.


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