RIVISTA DI CULTURA INFORMATICA EDITA DA

NUMERO 52 – 2014

EDITORIALE

Qualche considerazione sulla ricerca scientifica e su come gestirla – Fabio A. Schreiber, Politecnico di Milano

Dovendo pianificare un programma di ricerca avanzata in campo scientifico/tecnico, uno dei problemi principali da affrontare è quello di immaginare quali siano gli argomenti più promettenti per una ricerca di base e quali le aree applicative che richiedono un maggiore apporto di tecnologie avanzate. Detto in poche parole, mi sembra che il problema stia in questi termini: mentre la ricerca procede in modo bottom-up, la sua gestione dovrebbe procedere in modo top-down.
Di fatto, il processo di scoperta scientifica parte dal “nulla” e cerca qualche cosa che precedentemente non si conosceva; il caso ha un posto rilevante nella scoperta scientifica, ma – citando Louis Pasteur – “il caso coglie le menti preparate”. Anche la tecnologia si sviluppa spesso lungo direzioni impreviste, anche se in modo più “continuo”.
In genere, si tende a pensare che le istituzioni accademiche siano la sede per sviluppare la ricerca di base mentre le aziende si occupano di ricerca applicata e finalizzata. In realtà le cose non vanno sempre così: il quadro tradizionale monodirezionale, nel quale la scienza è il motore principale della scoperta di conoscenza e del progresso della tecnologia, mentre quest’ultima è solamente utile alla scienza nel fornirle gli strumenti necessari, è diventato bidirezionale in quanto la tecnologia stessa può portare alla scoperta scientifica.
Fin qui per quanto riguarda “scoperta” e “invenzione”, ma che cosa si può dire sul lato gestionale? Per dimostrare quanto questo sia un lavoro difficile e a rischio di errori madornali ricorrerà ancora alla storia con due casi emblematici: i) la famosa, anche se dubbia, affermazione di Thomas J. Watson Sr., capo di IBM, nel 1943 “penso che ci sia un mercato mondiale per non più di cinque calcolatori”; ii) lo sfortunato destino della Divisione Elettronica Olivetti, dove, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, sono state prodotte alcune macchine con tecnologie molto avanzate per l’epoca e dove fu progettata e prodotta la Programma 101 – il primo personal computer -, che non trovò alcun supporto dalle autorità politiche ed economiche nazionali.
E’ pertanto molto difficile costruire categorie con le quali classificare e valutare a priori il merito delle attività di ricerca. D’altra parte, politici e manager devono pur avere degli elementi sui quali potersi basare per finanziare la ricerca, specialmente quando i finanziamenti disponibili sono limitati.


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