EDITORIALE
1996: un anno da ricordare
Giulio Occhini (AICA)
20 anni sono pochi o tanti secondo il punto di vista: guardandoli da quello delle tecnologie digitali è difficile, anche per chi li vive, rendersi conto dei cambiamenti avvenuti. Due indicatori bastano a misurare la trasformazione. Da 35 milioni di utenti Internet, alla metà degli anni 90’ del secolo scorso, siamo oggi passati a 3 miliardi; i telefoni mobili, nello stesso periodo, sono cresciuti da 80 milioni a 5.2 miliardi. La logica che accomuna questi numeri è il ruolo trainante che gli utenti-cittadini hanno via via assunto in un settore che prima era considerato per soli addetti ai lavori. Ed è proprio questa logica che rende importante, per AICA, ma anche per il paese, l’anno 1996. Chi scrive era allora Presidente del CEPIS (Council of European Professional Informatics Societies). Un freddo sabato mattina di fine gennaio di quell’anno, mi ritrovai a Bruxelles, nella sede della Direzione Generale Industria, per illustrare il progetto ECDL che il CEPIS stava mettendo a punto. Il progetto intendeva dare una risposta concreta ad alcune semplici domande: sai usare il computer? sai navigare su internet? sai proteggere i tuoi dati? e così via.
Nella foto: Giulio Occhini, presidente CEPIS, firma il contratto con la Comunità Europea per l’avvio del programma ECDL (Dublino, 1996).