EDITORIALE
Si puรฒ ancora parlare di cultura digitale? – F. Patini, Agenzia per l’Italia Digitale
Tanti, tanti anni fa, quando รจ nata l’informatica, ed il computer (il “cervello elettronico”, ricordate?) era talmente estraneo alla nostra vita quotidiana che sembrรฒ naturale, quanto necessario, cercare di capirne il senso, l’impatto su di noi e sulle cose, come sarebbero cambiate. Fu normale, nel cercare di capire la tecnologia, approfondirne il senso, anche in modo critico; sembrava naturale che prima, o insieme all’apprendimento dei fondamenti tecnici, si acquisisse cultura sulle nuove tecnologie e su come queste potessero modificare lavoro e vita quotidiana.
Poi, non so quando, in anni recenti il digitale, con tutto il suo serraglio al seguito di palmari, smart, app, social, sono dilagati nel nostro quotidiano e non abbiamo piรน cercato il senso complessivo di queste tecnologie. Sarร pure vero che non รจ piรน un’opzione essere “digitali”, chiunque noi siamo, ma forse una capacitร di valutazione non guasta. E comunque non รจ sempre meglio essere consapevoli, piuttosto che non esserlo, specialmente in un mondo che ci sta “circondando” di tecnologia. Consapevoli di quanto, spesso a nostra insaputa, tutta questa tecnologia si porta dietro.
Dunque รจ arrivato il momento di pronunciare un concetto non piรน di moda: ritorno alla cultura. Per le tecnologie digitali รจ necessario un passaggio, meglio prima che dopo, di ritorno alla cultura cioรจ di capire, tutti, dovunque siamo e qualsiasi parte abbiamo in commedia, cosa รจ questa cosa che ci entra in tasca a prescindere che siamo un ragazzo, un personaggio pubblico, un cittadino, una azienda.
E questa “cultura del digitale”, con la capacitร di interpretarla criticamente, deve entrare nella scuola, per tutti.







